Rapporti internazionali, ambientali e tecnici UNEM

Come valutate l'evoluzione del settore delle pavimentazioni negli ultimi anni? Quali sono le tendenze principali che stanno guidando il mercato oggi?

Negli ultimi anni, il settore delle pavimentazioni ha vissuto un'evoluzione significativa, guidata sia da innovazioni tecnologiche che da sempre maggiori esigenze di sostenibilità. Elemento centrale di tale evoluzione è il legante bituminoso impiegato per la produzione delle molteplici tipologie di conglomerati bituminosi destinati alla realizzazione delle infrastrutture e delle pavimentazioni stradali.

Il tradizionale scenario sul bitume sta quindi sostanzialmente cambiando e nel settore della raffinazione è visto non più come un residuo di cui disfarsi, ma come una specialties.

Un ruolo importante lo avrà anche il fresato d’asfalto che sta contribuendo in modo significativo alla crescita dell’attività di riciclo delle strade. 

In prospettiva, dunque, il legante bituminoso sarà sempre più un elemento centrale della circular economy e della mobilità.

 

Qual è il ruolo di UMEN nello sviluppo di soluzioni innovative e sostenibili per il settore delle pavimentazioni? State lavorando su nuovi progetti o tecnologie che potrebbero trasformare il mercato?

Anzitutto va ricordato che l’Italia è il terzo mercato europeo in termini di vendite di bitume e il 66% sono relative al settore stradale. Per quanto il bitume possa essere considerato sempre più una specialties, deve essere sempre più performante. A questi criteri si stanno rifacendo i produttori di bitume aderenti ad UNEM sia per adattare gli impianti di produzione attualmente presenti nelle nostre raffinerie, sia per ottimizzare la formulazione di prodotti speciali.

Il bitume modificato con polimeri rappresenta la più importante evoluzione tecnologica del bitume e delle pavimentazioni degli ultimi anni. Con la modifica, il bitume mantiene tutte le sue proprietà leganti e acquisisce il comportamento reologico del polimero modificante. In questo modo la pavimentazione aumenta l’aderenza e maggiore regolarità, migliore visibilità e minore rumore.

Contemporaneamente, per rispondere alle crescenti esigenze di sostenibilità richieste alle pavimentazioni stradali si stanno sperimentando e utilizzando sempre più secondary materials nel bitume e nell’asfalto. Tra questi, oltre al noto polverino di gomma da pneumatici, anche plastiche di recupero, residui di membrane e tegole bituminose, oli flussanti, plasticizzanti di natura vegetale, fibre di cellulose.

È evidente che le politiche di decarbonizzazione europee impatteranno sulla raffinazione che dovrà rivedere i propri assetti. Non sono tuttavia escluse realizzazioni di nuove infrastrutture logistiche o adeguamenti di quelle esistenti per gestire correttamente operazioni di import-export di questo prodotto, che va sempre movimentato ad elevate temperatura, e rispondere quindi ad eventuali esigenze diverse derivanti dall’evoluzione del mercato e del sistema di raffinazione.

In questo contesto, la domanda di sviluppo delle infrastrutture e l’evoluzione dei prezzi rappresenteranno i fattori chiave per il futuro del mercato del bitume.

 

Cosa vi ha spinto a partecipare al Paving Show & Congress? Quali obiettivi sperate di raggiungere e quali opportunità vedete in questo evento per i vostri associati?

L’obiettivo è quello di ribadire la centralità e strategicità della raffinazione, un settore da cui dipende non solo il successo della transizione, ma anche la sicurezza energetica del Paese. L’Italia è l’unico grande Paese europeo ad essere autosufficiente per i prodotti finiti e assicura una produzione industriale nel pieno rispetto delle stringenti normative ambientali europee che, se delocalizzata al di fuori della UE, porterebbe ad un maggiore impatto ambientale.